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Campi Flegrei - Storia eruttiva

La I Epoca (15.000 - 10.600 anni)

La prima Epoca è stata interessata da attività esclusivamente esplosiva, da magmatica a freatomagmatica, con gran parte dei centri eruttivi situati in corrispondenza dei margini della caldera e in diversi casi sommersi. Infatti il fondo di quest'ultima era verosimilmente invaso dal mare, ad eccezione del settore settentrionale.

L'attività eruttiva ha principalmente creato coni di tufo e prodotto depositi la cui dispersione è limitata all'interno della caldera o poco distante da essa. Fanno eccezione l'eruzione delle Pomici Principali e quelle de La Pigna 1, Paradiso e Soccavo che hanno avuto maggiore dispersione.

L'eruzione pliniana delle Pomici Principali (12.000 anni) è l'eruzione a maggiore energia avutasi negli ultimi 15.000 anni di attività ai Campi Flegrei. La sequenza eruttiva si può suddividere in 5 unità: 1)un livello basale prodotto da una fase di apertura freatomagmatica; 2) una seconda unità costitutita da un livello grossolano di pomici da caduta depositato da una colonna pliniana pulsante; 3) alternanze di livelli cineritici e livelli più grossolani generate da esplosioni featomagmatiche; 4) unità costituita da tre livelli grossolani da caduta separati da livelli cineritici, generati dalla fase magmatica principale che ha prodotto una colonna eruttiva pulsante alta circa 22 Km; 5) un'unità superiore costituita da livelli cineritici da surge da fini a grossolani che hanno viaggiato anche oltre la depresione calderica.

Affioramento dei depositi delle Pomici Principali Affioramento dei depositi delle Pomici Principali a Casalnuovo di Napoli

L'eruzione fu caratterizzata dalla migrazione del centro eruttivo in quanto i depositi delle unità 1 e 2 sono state eruttati da un centro ubicato nella piana di Agnano, mentre la restante parte dei depositi è stata emessa da un centro ubicato a NE del cratere degli Astroni. I due centri sono allineati in corrispondenza di un sistema di faglie a direzione NO-SE (faglie regionali a vergenza appenninica) lungo il margine nord-orientale della caldera del Tufo Giallo Napoletano, verosimilmente riattivatosi a seguito del collasso calderico. L'eruzione ebbe luogo quando la parte centrale della caldera era ancora sommersa, come testimoniato dall'assenza di depositi delle Pomici Principali in tale area.

Dopo l'eruzione delle Pomici Principali, Soccavo 1 costituisce l'eruzione a maggiore dispersione. La sequenza dei depositi di Soccavo 1 è costitutita alla base da alternanze di livelli a laminazione incrociata e subordinati livelli cineritici massivi, nella parte superiore si osservano livelli da flusso piroclastico caotici contenenti grossi blocchi di tufo alterato, frammenti di ossidiane e lapilli accrezionaliParticelle di forma sferica che si formano dalla compattazione di cenere vulcanica a causa dell'elevata umidità presente in una nube eruttiva, quest'ultimi spesso concentrati a formare livelli.

L'intenso vulcanismo della prima epoca fu seguito da un periodo di quiescenza che durò circa 1.000 anni nel corso del quale si sviluppò un paleosuolo (A) ben visibile nelle aree emerse della caldera.

Frequenza di deposizione dei depositi da caduta di spessore maggiore di 10cm (c) e frequenza di deposizione dei depositi da flusso piroclastico (d). La linea blu indica la massima ingressione marina avutasi durante la II Epoca (Orsi et al., 2004).

 

A cura di F. Sansivero

 

Approfondimenti bibliografici:

M.A Di Vito, R Isaia, G Orsi, J Southon, S de Vita, M D'Antonio, L Pappalardo, M Piochi, Volcanism and deformation since 12,000 years at the Campi Flegrei caldera (Italy), Journal of Volcanology and Geothermal Research, Volume 91, Issues 2–4, 1999, Pages 221-246, ISSN 0377-0273, https://doi.org/10.1016/S0377-0273(99)00037-2.

Orsi, G., Di Vito, M.A. & Isaia, R. Volcanic hazard assessment at the restless Campi Flegrei caldera. Bull Volcanol 66, 514–530 (2004). https://doi.org/10.1007/s00445-003-0336-4

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