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ISCHIA - Storia eruttiva

L'area del Porto d'ischia (V sec. a.C.)

Il porto di Ischia è un cratere vulcanico formatosi a seguito di un'eruzione esplosiva avvenuta nel V sec. a.C. (de Vita et al., 2010; 2013). In origine era un lago separato dal mare da una fascia di terra che è stata rimossa nel 1854 su mandato di Ferdinando II re delle Due Sicilie.

Ischia Porto

L'eruzione del Porto è stata di energia molto bassa, alimentata verosimilmente da un volume di magma molto piccolo. Nel corso dell'eruzione si sono alternate fasi magmatiche a fasi freatomagmatiche con la produzione di depositi da surges e dapositi da caduta stromboliani, dispersi in un raggio di poche centinaia di metri dal cratere. Livelli di scorie saldate (SCP nella figura sovrastante), attribuibili all'eruzione del Porto, affiorano subito ad ovest dell'entrata del porto e sovrastano la colata lavica de La Quercia (LQ nella figura sovrastante), emessa durante le prime fasi di attività del complesso vulcanico del Montagnone-Maschiata.

Colonna stratigrafica dell'eruzione del Porto

Subito ad est dell'entrata del porto la piccola collina di S. Pietro è costituita da due colate laviche sovrapposte, messe in posto precedentemente all'eruzione del Porto: le lave di S. Ciro (SC nella figura sovrastante) alla base e le lave di S. Pietro al top (SP nella figura sovrastante). La prima colata si è originata da un centro morfologicamente riconoscibile a SE del cratere del Porto, la seconda colata è un corpo lavico molto viscoso verosimilmente estruso sul posto.

I depositi dell'eruzione di Ischia Porto sono stati suddivisi in 3 unità sulla base delle caratteristiche sedimentologiche, indicative di 3 differenti fasi della dinamica eruttiva.

L'Unità A è un deposito caotico da caduta costituito da blocchi scoriaceei e blocchi litici immersi in abbondante matrice cineritico-grossolana. Tale deposito è visibile esclusivamente sulla collina di S. Pietro, con spessori massimi di circa 2 m che rapidamente decrescono verso sud.

L'Unità B è una sequenza di di livelli da surge piroclastico a stratificazione da piano-parallela a incrociata che raggiunge gli spessori massimi di 2,7 m in corrispondenza della collina di S. Pietro con rapida diminuzione radiale rispetto al cratere. L'Unità B è suddivisa in 2 subunità in base al differente grado di laminazionee distribuzione areale.

L'Unità C è un tipico deposito da caduta stromboliano costituito da scorie spesso saldate intercalate a sottili livelli di cenere grossolana. Il livello affiora sulla collina di S. Pietro (spessore max di 4,5 m) e poco ad ovest dell'imboccatura del porto.

All'interno del cratere viene riportata da Rittmann (1930) la presenza di un'estrusione lavica che formava un piccolo isolotto situato poco a sud-ovest del centro del cratere, probabilmente messasi in posto nella fase finale dell'eruzione. Attualmente tale lava è occultata da un pontile che la collega al bordo sud-occidentale del porto.

Sulla sommità della collina di S. Pietro sono stati ritrovati i resti di un cantiere per la costruzione di un tempio greco. Secondo cronache storiche risalenti a Strabone, la costruzione fu abbandonata tra il 474 e il 466 a.C. a causa dei violenti terremoti che avevano preceduto l'eruzione del Porto (Buchner, 1986; de Vita et al., 2013).

 Fasi eruttive Porto

a cura di Fabio Sansivero

Letture consigliate (internazionali)

de Vita S., Sansivero F., Orsi G., Marotta E., Piochi M., 2010. Volcanological and structural evolution of the Ischia resurgent caldera (Italy) over the past 10 ka. Geol. Soc. Amer. Book.

Sansivero F., de Vita S., Marotta E., Della Seta M., Martino S. & Marmoni, G.M. 2018. Field trip to the Ischia resurgent caldera, a journey across an active volcano in the Gulf of Naples. 10. 1-60. 10.3301/GFT.2018.03.

Sandro de Vita, Mauro Antonio Di Vito, Costanza Gialanella, Fabio Sansivero, The impact of the Ischia Porto Tephra eruption (Italy) on the Greek colony of Pithekoussai, Quaternary International, Volume 303, 2013, Pages 142-152, ISSN 1040-6182, https://doi.org/10.1016/j.quaint.2013.01.002.

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