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ISCHIA - Storia eruttiva

L'inizio dell'attività vulcanica dell'isola d'Ischia non è ben definito in quanto si osservano in affioramento rocce più antiche di quelle datate che risalgono a 150.000 anni fa. Tali rocce fanno parte di un complesso vulcanico attivo almeno fino a 73.000 anni, oggi in buona parte eroso e sepolto, comprendente una sequenza di livelli piroclastici con diversi paleosuoli intercalati, i cui resti si rinvengono nel settore sud-orientale dell’isola. Al periodo compreso tra 150.000 e 73.000 anni (Fase 1 - Sbrana et al. 2018) appartengono anche numerose colate e duomi lavici situati principalmente lungo le coste meridionali dell’isola.

 Carta geologica schematica di Ischia (modif. da Sansivero et al., 2018)

Nel periodo successivo, durato fino a 55.000 anni, l'attività vulcanica esplosiva fu particolarmente intensa: numerosi centri si attivarono nel settore meridionale dell'isola generando tra le euzioni a maggiore energia avutasi a Ischia. Dallo studio dei depositi affioranti vi furono almento 10 eruzioni esplosive di energia variabile che generarono colonne eruttive sostenute, responsabili di numerosi depositi da corrente piroclastica e livelli da caduta (Brown et al. 2008; Sbrana and Toccaceli 2011; Sbrana et al. 2018). L'attività eruttiva di questo periodo culminò con le eruzioni attribuite al Tufo Verde del Monte Epomeo che nel periodo intercorso tra 60.000 e 50.000 anni furono responsabili della calderizzazione della parte centrale dell'isola.

Il Tufo Verde del Monte Epomeo è costituito in gran parte da depositi ignimbritici trachitici che riempirono parzialmente la depressione calderica invasa dal mare e si depositarono anche sulla parte emersa dell'isola non interessata dallo sprofondamento calderico. In seguito la depressione calderica divenne un bacino di sedimentazione marina con la formazione di argilliti, siltiti e tufiti in parte alimentate dal rimaneggiamento del Tufo Verde.

ischia_cronogramma

Cronogramma dell'attività eruttiva a Ischia in cui sono riportate le eruzioni la cui età è nota grazie a datazione C14, Ar/Ar o su base archeologica (datazioni riportate in de Vita et al., 2010; Sbrana e Toccaceli, 2011).

Dopo l'eruzione del Tufo Verde del Monte Epomeo l'attività vulcanica continuò con diverse eruzioni esplosive magmatiche e idromagmatiche fino a 33.000 anni (Fase 3 - Sbrana et al. 2018). Gran parte dei centri eruttivi erano localizzati a mare poco a SO e NO dell'isola. I magmi che elimentarono il vulcanismo di questa fase erano latitici e shoshonitici (Brown et al., 2014).

Intorno a 28.000 anni l'attività vulcanica riprese con l'eruzione di Grotta di Terra, lungo la costa sud-orientale dell’isola, dopo una pausa durata 5.000 anni. Eruzioni esplosive magmatiche e freatomagmatiche di bassa energia ed eruzioni effusive perdurarono fino a circa 18.000 anni (Fase 4 - de vita et al., 2010;Sbrana et al. 2018; Selva et al., 2019). Tali eruzioni generarono colate di lava e depositi da caduta stromboliani che costruirono piccoli coni di tufo e coni di scorie lungo la costa sud-orientale e sod-occidentale dell'isola. I depositi appartenenti a questo periodo di attività sono ben esposti al M. di Vezzi, nell’area di S. Anna e Carta Romana, a M. Cotto e tra Punta Imperatore e Sant’Angelo. Nella fase iniziale di tale periodo furono emessi magmi shoshonitici, distinti isotopicamente dai precedenti, legati all'arrivo di nuovo magma nel sistema di alimentazione magmatica di Ischia, seguiti da magmi risultanti dalla differenziazione del nuovo magma e suo mixing con i magmi preesistente.

In tale periodo la geografia dell’isola andava profondamente modificandosi non solo a causa dell'attività eruttiva, ma anche a seguito dell’emersione della sua parte centrale dovuta al sollevamento (risorgenza) del fondo della caldera generata dall’eruzione del Tufo Verde del Monte Epomeo. Questo fenomeno, cominciato intorno a 33.000 anni fa a seguito dell’intrusione del nuovo magma shoshonitico nel sistema magmatico, ha causato il sollevamento del blocco del Monte Epomeo di più di 900 m negli ultimi 30.000 anni (Selva et al., 2019).

Dopo un ulteriore periodo di pausa (Vezzoli, 1988), gli ultimi 10.000 anni furono caratterizzati da attività vulcanica intervallata da periodi di quiescenza. In particolare l'attività vulcanica fu particolarmente intensa intorno a 5.500 anni e negli ultimi 2.900 anni fino all'ultima eruzione avvenuta nel 1302 AD (de Vita et al., 2010). La maggior parte dei centri eruttivi si attivarono nel settore orientale dell'isola ad eccezione di pochi centri localizzati in corrispondenza di faglie regionali ai margini del blocco risorgente. Nel corso degli ultimi 2.900 anni di attività si ebbero almeno 34 eruzioni sia esplosive che effusive. Le eruzioni esplosive produssero depositi da caduta e da corrente piroclastica nella maggior parte dei casi di limitata dispersione con la costruzione di piccoli coni di tufo, coni di scorie, maar e anelli di tufo (de Vita et al., 2010; Sbrana and Toccaceli, 2011; de Vita et al., 2013; Sansivero, 2018). Le eruzioni effusive produssero cupole laviche di grandezza variabile e colate laviche vicose. L'ultima eruzione (eruzione dell'Arso - 1302 AD) generò la colata lavica a maggiore etensione di questo periodo di attività. L'alternarsi di periodi di intensa attività vulcanica a periodi di quiescenza durati alcuni secoli, suggerisce un arrivo intermittente di nuove iniezioni di magma nel sistema magmatico. Tale comportamento ha influenzato significativamente la modalità di risorgenza del blocco del Monte Epomeo e prodotto una forte instabilità di versante che ha causato numerose frane anche di importante entità. I magmi che alimentarono le eruzioni degli ultimi 10.000 anni furono principalmente trachitici e subordinatamente latitici con rapporto isotopico dello Sr inferiore ai precedenti magmi, suggerendo quindi un'iniezione di nuovo magma nel sistema magmatico.

 A cura di F. Sansivero

Letture consigliate (internazionali) 

Della Seta M., Marotta E., Orsi G., de Vita S., Sansivero F., Fredi P., 2011 - Slope instability induced by volcano-tectonism as an additional source of hazard in active volcanic areas: the case of Ischia island (Italy). Bull. Volcanol. 01/2011; 74(1):79-106. DOI 1007/s00445-011-0501-0.

de Vita S., Sansivero F., Orsi G., Marotta E., 2006 - Cyclical slope instability and volcanism related to volcano-tectonism in resurgent calderas: the Ischia island (Italy) case study. Eng. Geol., 86, 148-165.

de Vita S., Sansivero F., Orsi G., Marotta E., Piochi M., 2010. Volcanological and structural evolution of the Ischia resurgent caldera (Italy) over the past 10 ka. Geol. Soc. Amer. Book.

Sansivero F., de Vita S., Marotta E., Della Seta M., Martino S. & Marmoni, G.M. 2018. Field trip to the Ischia resurgent caldera, a journey across an active volcano in the Gulf of Naples. 10. 1-60. 10.3301/GFT.2018.03.

Sbrana A, Toccaceli RM (2011). Carta Geologica della Regione Campania - Foglio 464 - Isola di Ischia, Progetto GARG Regione Campania - Assessorato Difesa del Suolo, Litografia Artistica Cartografica, Firenze. 216 pp + 1 carta: 10.000.

Selva, J., Acocella, V., Bisson, M. et al., 2019 - Multiple natural hazards at volcanic islands: a review for the Ischia volcano (Italy). J Appl. Volcanol. 8, 5

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