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ISCHIA - Storia eruttiva

Fase 1 - attività compresa tra 150.000 e 73.000 anni

Il depositi vulcanici più antichi dell'isola d'Ischia appartengono ad un complesso vulcanico di età compresa tra 150.000 e 73.000 anni, attualmente in parte smantellato e ricoperto dai prodotti dell’attività più recente. Tale complesso è costituito da tufi e piroclastiti (Scarrupata di Barano), intercalati a colate laviche (Punta S. Pancrazio, Torone, Punta Imperatore, Punta del Lume) e scorie (Punta della Signora, Castello d'Ischia, La Guardiola, Capo Grosso, M. Vezzi) rinvenibili nel settore sud-orientale dell’isola. A tale periodo è associata anche la formazione dell'anello di tufo di Vivara (Sbrana et al., 2018). L'attività esplosiva ha generato eruzioni magmatiche e freatomagmatiche di energia variabile con alcune eruzioni pliniane (Piroclastiti di Carta Romana, La Carrozza, Punta della Pisciazza, Elefante). L'attività effusiva ha portato alla costruzione di numerosi duomi e colate laviche lungo le attuali coste dell’isola (Scarrupata, Punta S. Pancrazio, Sant’Angelo, Punta Chiarito, Capo Negro, Punta Imperatore, Monte Vico, Parata).

Località in cui affiorano depositi dell'attività vulcanica compresa tra 150.000 e 73.000 anni

Animazione 3D delle aree di affioramento dei principali depositi della Fase 1

 

Ricostruzione cronostratigrafica semplificata dell'attività vulcanica compresa tra 150.000 e 73.000 anni (modificata da Sbrana et al., 2018). La simbologia è la stessa utilizzata nella Carta Geologica di Ischia (2018)

La sequenza di depositi vulcanici affioranti a Punta San Pancrazio presenta alla base i livelli giallognoli da corrente piroclastica del membro superiore dei Tufi della Scarrupata di Barano (A). Tali tufi rappresentano i resti di una serie di antichi edifici vulcanici (coni di tufo) costruiti dall'intensa attività esplosiva magmatica e freatomagmatica precedente a 150.000 anni. Questi depositi sono ricoperti dalle scorie scure del M. di vezzi (B; 126.000 anni)che rappresentano il prodotto di intense fontane di lava in corrispondenza di fratture eruttive nel settoere sud-orientale dell'isola attuale.

 

La successione vulcanica della spiaggia di S.Pancrazio. A = Membro superiore dei Tufi della Scarrupata di Barano (>150.000 anni), B = scorie saldate di M. di Vezzi (126.000 anni), C = Lave di Punta San Pancrazio, D = Membro Inferiore della Formazione di Pignatiello, E = Tufi della Spiaggia di San Pancrazio, F = Membro Inferiore delle Piroclastiti della Secca d’Ischia (61.000 anni), G = Piroclastiti di Piano Liguori (5.500 anni). Le linee rosse sono faglie.

La sequenza di depositi affioranti a Punta della Signora, mostra alla base un deposito di scorie saldate dello spessore di 50 m (A; scorie di Punta della Signora, 147.000 anni). Tali scorie sono sovrastate dai Tufi della Scarrupata di Barano e dal membro inferiore delle Piroclastiti della Secca d'Ischia (C). Chiudono la sequanza i Tufi di Monte Cotto (D; 38.000 anni) e le Piroclastiti di Piano Liguori (E; 5.500 anni). Tra Punta della Signora e Capo Grosso una faglia subverticale a direzione N-S (linea rossa) mette in contatto le scorie più antiche di Punta della Signora (A) con le scorie saldate di Capo Grosso (B).

 

A cura di F. Sansivero

Letture consigliate (internazionali)

SERVIZIO GEOLOGICO D’ITALIA. (2018). Geological map of Italy, F 464 Isola d’Ischia. 1:25000 – ISPRA Geological Survey of Italy, ISPRA Roma.

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