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Giuseppe Mercalli (Milano, 21 maggio 1850– Napoli, 18 marzo 1914)

Abate, insegnate di Scienze Naturali prima a Monza e poi a Reggio Calabria (1885), diviene docente di mineralogia e geologia all'Università di Catania e, successivamente insegna vulcanologia all'Università Federico II a Napoli (1892). Successe nel 1911 a Matteucci nella direzione dell'Osservatorio Vesuviano. I suoi studi vulcanologici e sismologici gli procurarono fama mondiale.

Come sismologo iniziò a lavorare e Ischia, a seguito del terremoto di Casamicciola del 1883. Raccolse numerose testimonianze dei sopravvissuti e scrisse il saggio “L’isola Ischia ed il terremoto del 28 luglio 1883″. Si riporta una sua riflessione ancora attuale:  “Dopo la catastrofe del 28 luglio mi portai all’isola d’Ischia per studiarvi gli effetti e per raccogliere le notizie genuine di quel disastroso terremoto. [...]  La causa di tanta rovina non è solo la violenza del terremoto ma anche la poca solidità delle case e specialmente la scarsezza e la cattiva qualità del cemento usato nella loro costruzione. E’ meglio non fare alcuna costruzione nuova in muratura e neppure riattare quelle lesionate nei luoghi più danneggiati, come Casamicciola“.

Nel 1887 Mercalli studiò il terremoto della Liguria e Piemonte: compilò un catalogo della storia sismica della regione e una cronaca completa del lungo periodo di attività sismica. Nel corso del lavoro Mercalli intuì l’importanza degli studi geologici per poter effettuare stime di pericolosità sismica. Grazie agli studi effettuati realizzò una zonazione del territorio sulla base dei danni subiti, definendo cinque aree isosismiche, con intensità decrescente all’aumentare della distanza: area mesosismica (disastrosa); isosismica rovinosa; fortissima; forte; leggera. Erano le basi per la sua scala costituita da dieci gradi di intensità sismica che pubblicherà nel 1902 e che sarà ufficialmente accettata dalla Direzione dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica di Roma quale scala di riferimento per la valutazione dell’intensità dei terremoti.

Egli pubblico le mappe isosismiche dei terremoti calabresi del 1905 e 1907, realizzate utilizzando la Scala Mercalli a 10 gradi e, in seguito al terremoto di Messina del 1908, estese la sua scala a undici gradi (catastrofe), introducendo successivamente, nel 1910, anche il grado XII (grande catastrofe).

Fra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo I vulcani attivi della Terra (1889).

Mercalli era consapevole che la ricerca vulcanologica dovesse avere obiettivi sociali e avvertiva fortemente l'esigenza di informare le popolazioni sul rischio vulcanico e difenderle dalle conseguenze delle eruzioni. Propose infatti di fondare un “Istituto Vulcanologico Italiano”, con sede a Napoli ma non riuscì nel suo intento a causa della sua prematura e tragica morte, dopo soli tre anni alla direzione dell’Osservatorio, a causa dell'incendio del suo alloggio a Napoli. Cinque giorni prima aveva ricevuto la prestigiosa nomina a Cavaliere della Corona d’Italia dal Re d’Italia Vittorio Emanuele III.

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