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Campi Flegrei - Storia eruttiva

La II Epoca (9.600 - 9.200 anni)

Distribuzione dei centri eruttivi della seconda Epoca

L'attività eruttiva della seconda Epoca è stata principamente esplosiva freatomagmatica e di bassa energia con la produzione di depositi sia da caduta che da flusso piroclastico.

In totale sono state riconosciute 7 eruzioni localizzate tutte nel settore orientale della caldera dei Campi Flegrei, ad eccezione dell'eruzione di Fondi di Baia (Di Vito et al., 1999).

L'eruzione di Pigna San Nicola è quella a maggiore energia, con depositi ritrovati in diversi siti archeologici nella città di Napoli. Essi sono costituiti da livelli da caduta grossolani alternati a subordinati livelli cineritici con pomici di colore chiaro, scuro e a bande alternate con frammenti litici costituiti da lave a volte alterate.

L'eruzione di Fondi di Baia è stata recentemente studiata in dettaglio (Pistolesi et al., 2017)  ed è stata suddivisa in due fasi eruttive separate nel tempo: la fase di Baia e la fase di Fondi di Baia.

Colonna eruttiva eruzione di Fondi di Baia

Ricostruzione depositi e sequenza eruttiva dell'eruzione di Fondi di Baia (Pistolesi et al., 2017)

L'unità I è costituita da un deposito di breccia deposto a seguito dell'apertura del vent in ambiente di mare basso. L'unità II consiste in un'alternanza di livelli pomicei da caduta e livelli da flusso piroclastico che progressivamente passano a depositi da surge alternati a livelli prodotti da esplosioni di tipo vulcaniane (unità III). Nel corso della messa in posto dei depositi delle unità I e II vi è stata una migrazione del centro eruttivo che è passato da ambiante di mare basso a subaereo.
La fase di Fondi di Baia ha avuto luogo, dopo un breve pausa dell'attività, da un centro eruttivo poco a sud del cratere della fase precedente, allineato lungo la frattura eruttiva a direzione N-E. L'unità IV è costituita da un secondo deposito di breccia di apertura su cui poggiano livelli esclusivamente da flusso e surge piroclastico (unità V) con presenza di bombe vulcaniche di ossidiana.

Frequenza di deposizione dei depositi da caduta della II Epoca di spessore maggiore di 10cm (c) e frequenza di deposizione dei depositi da flusso piroclastico (d). La linea blu indica la massima ingressione marina avutasi nel periodo compreso tra 8.200 e 4.600 anni (Orsi et al., 2004).

 

A cura di F. Sansivero

 

Approfondimenti bibliografici:

M.A Di Vito, R Isaia, G Orsi, J Southon, S de Vita, M D'Antonio, L Pappalardo, M Piochi, Volcanism and deformation since 12,000 years at the Campi Flegrei caldera (Italy), Journal of Volcanology and Geothermal Research, Volume 91, Issues 2–4, 1999, Pages 221-246, ISSN 0377-0273, https://doi.org/10.1016/S0377-0273(99)00037-2.

Orsi, G., Di Vito, M.A. & Isaia, R. Volcanic hazard assessment at the restless Campi Flegrei caldera. Bull Volcanol 66, 514–530 (2004). https://doi.org/10.1007/s00445-003-0336-4

Pistolesi, M., Bertagnini, A., Di Roberto, A. et al. The Baia–Fondi di Baia eruption at Campi Flegrei: stratigraphy and dynamics of a multi-stage caldera reactivation event. Bull Volcanol 79, 67 (2017). https://doi.org/10.1007/s00445-017-1149-1

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